POETICA FOLLE

Libello dedicato a tutti quei folli, disadattati, internati, pazzi, segregati che hanno scritto e scrivono poesia. Una piccola introduzione alle loro straordinarie opere, a volte incise sui muri dei manicomi, a volte divenute casi internazionali, a volte testimonianza delle violenze subite come del profondo disagio che il pregiudizio della malattia mentale induce in tutti noi. Un libello che racconta diversi poeti e poetesse diagnosticati come malati di mente e  riconosciuti per la loro toccante profondità, per il loro originale e fondamentale apporto all’espressione poetica.
Ideale per chi anela al fascino dell’outsider, per chi sente il bisogno di una poesia sociale capace di combattere l’ingiustizia e di curare il disagio.

Troverete l’immenso, sconnesso e misterioso poema di Oreste Nannetti, inciso sui muri dell’ospedale psichiatrico Ferri di Volterra. Un’opera che è la storia del mondo, la sua storia, la storia dei tanti mondi che riusciva a vedere, sentire, toccare e inventare. E poi i versi sulla Chiesa che uccide con l’onda di C.T. che imperversò a Milano negli anni settanta scrivendo sui marciapiedi, la singolare e gioiosa poesia di strada di Melina Riccio, lo slam ossessivo e compulsivo di Neil Hilborn, gli incomprensibili e affascinanti calligrammi di Babylon, ma anche uno sguardo ai poeti e alle poetesse più famose toccate dalla follia come Alda Merini, Dino Campana, Sylvia Plath…. Un piccolo tuffo tra esperienze estreme caratterizzate dalla poesia, esperienze in cui la poesia si fa protagonista, accompagnatrice e anche ancora di salvezza, in cui la poesia riesce a mostrare il disagio, in cui la poesia sgorga spontanea e necessaria.

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