ALTRI CANI

Una tripletta di libelli creativi sul mondo dei cani.
Libelli bestiali e manufatti che indagano, con un taglio drasticamente libertario e antispecista, sugli aspetti meno esplorati del mondo dei cani.

 

DI CANI E DI CANCELLI (l’altro abbandono)

I cani dei cancelli che conoscerete in questo libello sono come dei fantasmi di cui nessuno parla, ma che tutti vedono e conoscono. sono quelli rinchiusi eternamente nei giardini delle case, fanno la guardia si dice. Stanno dentro  le villette, i capannoni, le case delle vacanze utilizzate solo d’estate e restano lì per sempre ad abbaiare a tutto quello che si muove, a morire di noia e solitudine.
Il buon senso ti dice di allungare il passo, di allontanarti, mentre speri solo che smettano al più presto di rompere il pacifico silenzio delle campagne. Non sono fatti tuoi, non sono cani tuoi. Ma non sempre il buon senso è la via migliore per capire.
In questo libello troverete le storie di alcuni cani che abbiamo conosciuto dietro i cancelli, ma anche i nostri tentativi di avvicinarli, di conoscerli, di cercare di ascoltare con più attenzione quel loro abbaiare disperato. 

CARI CANI DI SICILIA

Questo libello è il racconto della nostra esperienza in Sicilia con i cani liberi che abbiamo visto, incontrato e conosciuto. E’ il risultato delle nostre ricerche, domande, approfondimenti e considerazioni. Le riportiamo, insieme alle storie di alcuni cani che ci hanno coinvolto maggiormente, perché hanno modificato radicalmente il nostro approccio al concetto di randagismo, hanno modificato anche il nostro modo di percepire questi cani, che, appunto, oggi, non chiamiamo più randagi, ma cani liberi.
I cani liberi, in Sicilia, li vedi ovunque, è difficile far finta che non esistano, voltarti dall’altra parte senza chiederti se puoi fare qualcosa per aiutarli o favorirli. E’ praticamente impossibile, soprattutto per chi è sensibile alla questione animale, non condividere le infinite emozioni che li e ci riguardano.
Non siamo né etologi, né esperti addestratori, ma diamo una lettura del fenomeno da attivisti antispecisti che esprimono un sentire sempre più diffuso e sempre più vicino alla Liberazione Animale.

BESTIE FUORI POSTO

In questo libello la parola bestia è usata per provocare, per pungolare, per creare una dissonanza, un cortocircuito linguistico rispetto al significato discriminante e cinico che ha acquisito. Le bestie fuori posto di questo libello sono uomini e donne, ma anche cani. Altra provocazione dissonante. Le bestie, sì, le bestie fuori posto che si riuniscono in un unico branco abbandonando anche l’ultimo illusorio tabù: la differenza di specie. Sono individui che, improvvisamente, per i motivi più disparati, non hanno più il loro posto, quello assegnato a tutti dalla nostra civiltà: una casa, un divano, una cuccia, un lavoro, un guinzaglio, uno status sociale, un senso che giustifichi l’esistenza, che permetta di incasellarla e definirla.
Questo libello è quindi il tentativo di osservare le bestie fuori posto scendendo dal piedistallo, puntando l’attenzione sui loro oggetti, i loro rifugi, le loro panchine, il loro eterno vagare alla ricerca di calore e cibo. E’ come sedersi sul marciapiede e scoprire che il panorama è completamente diverso da come l’avevamo sempre dato per scontato. Non l’epica dei randagi quindi e neppure l’aspetto poetico della libertà estrema che solo sulla strada puoi conoscere davvero. E neppure un sottolineare pietistico il destino crudele che li colpisce duramente. Ma un  tentativo di avvicinamento che spezzi le categorie a cui l’immaginario ci lega, che ribalti il senso acquisito dalla parola bestia, che permetta finalmente questo incontro bestiale tra bestie libere e diverse. Preludio indispensabile a che nessuno sia mai più fuori posto.

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