Prova a immaginare una libraffa

Prova a immaginare una giraffa.

No, non una giraffa, una libraffa: una giraffa di libri, una giraffa costituita da un unico lungo collo di centosessantasette libri.

Prova a immaginare l’energia vibrante e liberatoria della punta di un  vecchio trapano mentre buca nel centro romanzi illeggibili trovati nella spazzatura, e poi gialli scoloriti, rosa pallidi, noir da  boudoir, classici claudicanti, ricettari avariati, guide disperse, dispense deperite, titanici manuali tecnici, cataloghi trogloditi, volumi di poesia spodestata e petulante, vocabolari devastati, capolavori dimenticati… Li buca nel centro con precisione adamantina per infilarli, uno ad uno, in una lunga e flessibile asta metallica che termina con la testa di legno di una giraffa, anzi, di una libraffa.

Immagina di posizionarla al fianco di un albero gentile, immagina di impiantarla radicandola profondamente nel terreno, immagina quel collo che s’inchina leggermente sotto il peso dei libri. Immagina quel mirabile punto di osservazione, quella placida libraffa protetta dal verde e dai rami che bruca cultura senza paura.

E poi immagina il tempo che scorre inesorabile. Immagina la pioggia, la grandine, la neve, il sole, il vento, il gelo che passa sulla libraffa. Immagina le potenti tracce del suo passaggio. Immagina un mese, un anno, dieci anni.

Immagina il libertario librarsi libresco delle pagine che si amalgamano fondendosi, dei generi che s’intersecano labirintici, delle barriere sintattiche che si abbattono al suolo, degli espedienti letterari che implodono ed esplodono sbriciolandosi, delle parole di tutte le lingue che si mischiano in un unico testo senza testa, che deragliano dalle righe, che s’accoppiano, si sfaldano, se ne vanno e ritornano.

Immagina la brulicante anarchia letteraria che si mescola agli insetti e alle larve. Immagina le ragnatele, le termiti, la muffa, le formiche, le vespe. Immagina i germogli che spuntano dalle copertine, le radici che stritolano sensi e doppi sensi. Immagina la polvere di cultura trasportata dal vento. Immagina la poesia che si riappropria della poesia.

dal libello creativo “Poetica Editoria”